Le Monde Fabuleux de Danix

Colori, odori e suoni di un sognatore in 3G...

28 ottobre 2005

Il Silenzio di un Attimo.

Ieri sera stavo finendo la chiusura. Me ne stavo nella penombra, illuminato solo da qualche fascio di luce proveniente dalle vetrine. Scarabocchiavo i soliti registri contabili con i soliti numeri ridondanti. Ero avvolto dal silenzio, dopo un'estenuante giornata passata tra il vociferare di decine e decine di clienti e la musica di sottofondo, sempre la solita, sempre nella stessa sequenza. Quello è il momento migliore della giornata, quando tutto si spegne ed il silenzio ti avvolge. Guardi al di fuori di quelle pareti trasparenti e vedi il movimento, ma ti senti assente da quel vorticoso mondo. Te ne stai lì, nella tua pace a guardare il caos. E proprio mentre guardavo gli incensi del banchetto di Alon bruciare ed emanare quegli acuti odori un rombo assordante squarcia il mio silenzio. Una volante a tutta velocità inchioda. Scendono un uomo ed una donna. Lui afferra Alon mentre lei con fare nervoso e sguardo cattivo tira via tutto quello che per Alon significava "sopravvivenza". Chiude il banchetto con energia. Cadono a terra gli occhiali, le custodie, gli anelli, gli incensi che continuano ancora a bruciare. Afferra tutto quello che trova e tira tutto dentro la volante. Accumula velocemente i poster colorati con i piedi. Quei poster che erano stati allineati con tanta cura. Commenta con voce stridule all'uomo "guarda, Padre Pio accanto a Che Guevara!". I passanti si fermano. Tutti guardano, nessuno si muove. Io assisto alla scena, che si svolge in un attimo ma che scorre ai miei occhi lenta e triste. Raccattano tutto, proprio tutto e poi con la stessa immediatezza con la quale erano arrivati, così se ne vanno. E tutto ritorna silenzio. Rimango ancora qualche minuto con lo sguardo su quegli incensi che continuavano a bruciare.
Stasera sono uscito. Sul pavimento di mattoncini c'era ancora la cenere degli incensi, ma Alon non c'era più.

25 ottobre 2005

Note di Risveglio.

Stamani camminavo. Mi dirigevo come tutte le mattine al lavoro. Solita strada, soliti fiori esposti dal fioraio, solito odore di pane caldo provenire dal forno, solito fiume che scorre a sinistra, solite faccie dei ragazzini che vanno a scuola con il volto assonnato. Solito tutto... e mentre camminavo pensavo che manca qualcosa alla mia mattina. Manca qualcosa al mio tragitto casa-lavoro. Ma cosa?! Tutte le mattina percorro quella solita strada e mai mi son posto una simile domanda! Ebbene stamani son giunto alla conclusione che c'è un'assenza ingiustificata. E la folfgorazione è presto arrivata! Manca della musica! Della musica!!! Ma come non ci son potuto arrivare prima!? Musica, musica. Musica per ritmare il passo, musica per soffocare i rumori della città. Musica per introdurre una giornata, musica per risvegliare il mio corpo, la mia mente. E che musica sia!


23 ottobre 2005

Una Nuova Vita.

Eccomi qua, di rientro da una splendida Domenca trascorsa in compagnia dei miei familiari. Pranzo in un ristorantino dai vecchi sapori e lunga passeggiata all'ombra della Torre pendente. Un pomeriggio diverso dalle solite domeniche. Dopo 4 anni lontano da casa, lontano da quei luoghi, da quegli odori, da quei colori che contraddistinguono la Terra di Maremma, ho sentito quasi la voglia di salire su quell'auto e tornare a casa mia. Quando si è lontani da quello che è il nido che ci ha cresciuto, ogni contatto con il passato ci riporta alla mente i ricordi più belli, gli abbracci più calorosi, le frasi più importanti. Ed allora tutte queste cose ti iniziano a mancare. Solo allora senti quanto la presenza di certe figure sia necessaria e di quanto un solo abbraccio valga più di cento telefonate. Ma poi, quando mi fermo a riflettere, capisco che oramai la mia vita è qui. O meglio, è lontana da lì. Come una chiocciola ho cambiato guscio. Ho abbandonato quello legato a quei ricordi ben 4 anni fa per ricostruirne uno tutto nuovo, tutto mio. Ricostruire una vita con le proprie mani. Più semplice da dirsi che da farsi; ma con tanta pazienza, tenacia ed un pizzico di fortuna ci sto riuscendo. Ed adesso che guardo fuori dalla finestra l'imbrunire, con le nuvole che scolorano nel cielo rosa ed i comignoli che fumano, penso che questa è casa mia, la mia nuova casa.

20 ottobre 2005

Word Freedom!

E dunque è arrivata. La prima critica ha fatto capolino sul mio Blog. Era attesa, ma non si sapeva bene quando avrebbe fatto la sua comparsa. Ed oggi è arrivata. Una "critica criticabile", ma non è di questo che voglio certo parlare. Nel mio Blog son accettate più che volentieri tutte quelle critiche costruttive che riescono ad accendere un sano dialogo tra le diverse parti. Tutto il resto è contorno che non fa piacere leggere ne a me, ne ai miei ospiti. Troppo spesso si confonde l'idea che un Blog sia una sorta di forum, dove chiunque possa scrivere qualsiasi cosa. Non è così. Un Blog è innanzitutto parte di una persona, colui che lo alimenta con i propri pensieri, con le proprie esperienze quotidiane. Il Blog diventa così parte integrante della vita di un individuo, una parte che ne descrive gli angoli più profondi, spesso poco conosciuti ma che si vuol far conoscere. Ed è giusto che coloro che prendono parte a questa esperienza abbiano rispetto nelle loro riflessioni, perchè queste saranno un punto di confronto molto importante per chi scrive e per chi leggerà successivamente. Ciò che si scrive qui non sono solo parole seguite da virgole e punti, ma sono emozioni, stati d'animo, colori. Posso descrivervi lo stupore dopo una notizia improvvisa, posso meravigliarmi di fronte alla grandezza della natura, posso emozionarmi con un cortometraggio d'autore... ma non saranno mai solo parole. Sono emozioni. Emozioni e sentimenti puri.


La Fabbrica di Cioccolato.

Eccomi qua. Come sempre con il mio immancabile tè al limone con tanto zucchero. Anche questa sera, prima di andare a dormire, voglio conservare certe sensazioni, certe emozioni che altrimenti andrebbero perse. E quale miglior modo che scrivere, scrivere e raccontare, scrivere e ricordare. Quale gesto più nobile, quale gesto più indelebile. Questa sera mi sento un po' Willy Wonka, un po' distante dal resto del mondo, ma felice di esserlo e di fare parte del proprio emisfero. Un mondo di certo non fatto di cioccolata, con mele caramellate o fiumi di cacao, ma pur sempre un posto dolce e zuccherato. Un piccolo emisfero fatto di sensazioni ed emozioni che solo chi vi abita può percepire ed apprezzare. Un piccolo angolo dove far entrare solo coloro che trovano il biglietto dorato.

18 ottobre 2005

Lavoro: che Passione!!

Ogni mattina mi sveglio e mi ripeto che "oggi sarò puntuale e non regalerò niente a nessuno!!". In parole povere significa che non farò Straordinario Gratuito, che entrerò puntuale e usciro puntuale di lavoro. Ed invece, come ogni singolo giorno, entro con mezz'ora di anticipo ed esco con mezz'ora di ritardo. Mi domando e dico: ma chi me lo fa fare?! Non di certo lo stipendio, che aumenta con la velocità di una lumaca in salita. E nemmeno la salute, oramai lo stress coesiste in me! Beh, ma allora cosa mi spinge, anzi, ci spinge (perchè non sono l'unico) a lavorare come formichine, giorno dopo giorno?! Secondo voi basta la gratificazione, la passione per il proprio mestiere, la professionalità, l'ambizione.... oppure c'è qualche altro fattore, qualche altro ingrediente che mi sfugge per capire cosa ci porta ad esser così attaccati al proprio lavoro da mettere tutto il resto in secondo piano?

16 ottobre 2005

Una Domenica Speciale.

Prendete un ristretto gruppetto di persone.


Metteteli a bordo di una Fiat Punto (non una a caso, ma la Puntozza!).Fateli guidare sopra le pendici di una montagna (Garfagnana per l'esattezza).


Cosa otterrete come risultato?
Risposta semplicissima: una bellissima giornata di full immersion tra la natura a raccoglier CASTAGNE!!
Cosa ci può esser di meglio che passeggiare tra i folti boschi in ottima compagnia!!?? Vi assicuro che ogni tanto uscire dal grigiore e dai rumori della città, per rifugiarsi nella pace e tranquillità della natura, è veramente salutare. Specie se in compagnia delle persone a cui vogliamo più bene.. quegli amici che quotidianamente ci accompagnano nella nostra vita. E' bello intraprendere certe piccole avventure tra i monti con loro, scherzare in auto mentre si chiacchiera del più e del meno, gridare "Buon Natale" fuori dal finestrino. Ogni gesto che può sembrare banale assume un significato tutto suo... e così ti ritrovi ad osservare quei volti, quelle situazioni ed a prometterti che a loro non rinuncierai mai.

14 ottobre 2005

Finalmente Week End!

Anche questa settimana volge al termine. Per alcuni quest'oggi è l'ultimo giorno di fatiche, per altri (come il sottoscritto) c'è ancora da superare il temutissimo Sabato. Già, il Sabato! Chissà perchè ma noi addetti al commercio lo temiamo tanto! Beh, di sicuro perchè escono allo scoperto i soggetti più singolari, proprio quelli che per 5 giorni son rimasti chiusi in ufficio. E non escono da soli, ma con la famiglia al seguito.. passeggino, moglie e magari due teppistelli alti un metro e poco più! C'è addirittura chi si porta la suocera!! Cmq sia il sabato ha un sapore diverso. Si tira dritto la giornata, perchè di lì a poche ore la nostra mente, ed il nostro corpo, saranno finalmente liberi.
Fino a quando non si inizia a lavorare non ci si rende conto di quanto le giornate da lavoratori siano tutte uguali. Solita sveglia, solito bar per la colazione, soliti colleghi, solito lavoro. E così via giorno dopo giorno. E tutto ciò per cosa?! Per uno stipendio che nemmeno ti puoi godere appieno, perchè lavori sempre. Però se ci pensiamo come sarebbero vuote le giornate senza il nostro "amato ed odiato" lavoro. La nostra scrivania, i nostri clienti, le nostre responsabilità, i nostri "boss"... è un mondo a cui siamo affezionati e legati emotivamente. Pensate solo ai colleghi. Li vediamo più spesso dei familiari ed anche se ogni tanto li odiamo, nutriamo un grande legame per alcuni di loro. Come si può dunque vivere senza il nostro lavoro?! Non è solo una fonte di sostentamento economico; il nostro lavoro ci appartiene, è parte della nostra vita, del nostro percorso tortuoso nel cammino chiamato "Esistenza". Ed allora viva il Sabato che porta la Domenica, fine di una settimana da archiviare ed inizio di una settimana da aprire.

13 ottobre 2005

La Nostra Piccola Felicità.

Vi capita mai di svegliarvi la mattina con una strana sensazione di felicità, di armonia con voi stessi e con il mondo che vi circonda?! Stamani a me è successo. Non erano nemmeno le 8:20 ed io ero già sveglio.. mi sorseggiavo il caffè e guardavo la gente che camminava su e giù per la via. Mi facevano sorridere tutte quelle testoline tanto diverse tra loro che camminavano a passo spedito. E pensavo.. Chissà dove sono diretti? Chissà se son felici di andare al lavoro, di andare a scuola, di andare a far colazione al bar. In quel momento io ero felicissimo. Mi stavo bevendo il mio solito "tazzone" di caffè sapendo che una nuova giornata mi attendeva dietro quella finestra. Certo, come siamo strani. Basta un niente, basta scendere dal letto la mattina con il piede giusto che tutta una giornata ti sorride. Certe volte basta davvero poco per esser felici.

12 ottobre 2005

Un Mondo che Cambia.

Di questi tempi è sempre più difficile rimanere sorpresi per qualcosa, specie se l'argomento in questione è legato ai cambiamenti climatici. Ieri però sono rimasto senza parole nell'apprendere una notizia che ha dell'incredibile. Il Rio della Amazzoni, il fiume più grande della terra, del nostro pianeta, che da vita quasi ad un intero continente, si è quasi prosciugato. Mi sono subito rivenute in mente quelle immagini dei documentari che guardavo da piccolo. Quelle in cui si vedono queste distese verdi e paludose, dove i tronchi affiorano dall'acqua e tutto è ricoperto da una coltre di muschi verdognoli e fiori colorati. Dove la vita è ricca e selvaggia. Dove tribù di indigeni vivono liberamente in quello spazio surreale e di sicuro più sano del nostro. Ebbene, tutto ciò è in grave pericolo. Ma questa volta non sono le autostrade che costruiamo che mettono in pericolo la vita di milioni di esseri viventi, uomo compreso, ma è il clima. E vi assicuro che è molto peggio. Ci pensate se il "polmone della terra", come viene definita sui libri di scuola l'Amazzonia, dovesse rimanere a secco? Al solo pensiero tremo. E' spontaneo rifletterci ed arrivare alla naturale conclusione che grazie alla nostra incoscenza e avidità abbiamo reso la nostra casa un luogo meno sicuro... e stiamo continuando a percorrere la stessa strada.

Immagini Siccità Rio delle Amazzoni, by Repubblica.it

10 ottobre 2005

Vergogna!!!

Ieri sera mi è capitato di assistere ad una scena indegna. Ero su una chat, di cui non specifico il nome per rispetto della stessa; una di quelle chat "pulite", come le chiamo io, dove si può ancora parlare in tutta tranquillità, con tanta gente, del più e del meno. Ieri sera però tirava un'aria tagliente. La pubblica, così viene definita la pagina principale visionabile da tutti, era un botta e risposta di offese ed intolleranze. Ho letto frasi di cui io stesso mi vergogno, ho letto agghiaccianti parole di intolleranza raziale, di odio scellerato nei confronti di minoranze etniche. E veramente mi ha fatto poco piacere. Ho sempre pensato che il popolo gay fosse composto principalmente da persone tolleranti, disposte ad aiutare i bisognosi, od almeno a comprenderli. Ed invece, diviso da due fazioni agguerrite pronte a darsi battaglia, mi son ritrovato spettatore di questo indegno dibattito. Il tema centrale era di sfondo politico. Da un lato destra e dall'altra sinistra, e fin qui il copione è sempre lo stesso. Dopo qualche scambio di batture il tema si è spostato sugli immigrati, sui popoli islamici, sul pakistan appena "scosso" da questo disastro di proporzioni bibliche. E li è iniziato lo show di affermazioni sconvolgenti e fuori luogo. Per un fattore di rispetto non le starò a mensionare, ma vi lascio immaginare cosa possa esser uscito da quelle "testiere infuocate". Il punto è un altro: come fanno queste persone a non vergognarsi di fonte alla dura realtà della vita, di fronte a tanta sofferenza da parte di chi è meno forte, meno ricco, meno speranzoso di noi? Di chi si sveglia la mattina e deve trovare il modo per arrivare alla sera. Di chi non può permettersi nemmeno il lusso di fermarsi un istante per riposare. Di chi non è nato in una famiglia disposta a rinunciare al proprio cibo per lui. Di chi deve lottare con malattie, carestie e disastri naturali. Di chi non vede speranza in un futuro privo di speranza! A tutti voi: Vergognatevi!

07 ottobre 2005

La Vera Realtà.

Che strano mezzo di comunicazione è Internet. Lo consultiamo decine di volte al giorno e non smette mai di stupirci. La maggior parte delle volte entriamo solo per divertirci, per distogliere la nostra mente dai pensieri della giornata appena trascorsa, ma ne usciamo più risentiti di prima! E' strano come si possa entrare a contatto con la realtà in così poco tempo e con così poco. L'impatto è violento e profondo. Basta un'immagine a far riflettere su molte cose, a far domandare se la propria vita sia poi così corretta. Se si poteva evitare quel maglione firmato, se si poteva non sprecare quel mezzo panino gettato, se si poteva aiutare quel poveraccio all'angolo della strada, se si potevano evitare tante altre cose. Con una sola immagine viene messa in crisi l'intera esistenza, e la fragilità dell'uomo viene alla luce.
Poi spengiamo il computer, ci scolleghiamo dalla realtà e torniamo nel nostro finto mondo.

E' veramente così egoista l'animo umano?

04 ottobre 2005

Per Amarti.

Stasera non mi va’ di dirti niente
Tu stai andando via - si sente.
Pero’ dentro di me - io sto morendo
Mi sto chiedendo - sai ....

.....Tu non sai - tu non sai.
Che farei per amarti
Che direi per amarti
Io potrei perdonarti
Quel che fai - quel che fai
Io vorrei domandarti
Ma che vuoi per amarti
Perche possa guardarti
Solo io - solo io.
Che faro’ per amarti - che diro’ per amarti
Io non so piu’ scordarti - tu sei qui - dentro me.
Io vorrei domandarti
Ma che vuoi per amarti
Perche’ possa guardarti
Solo io - solo io
Che farei per amarti
Che direi per amarti
Io! Io potrei perdonarti
Quel che fai quel che fai


Capita, in alcuni momenti della vita, di guardare indietro e ripercorrere il nostro passato. Ci voltiamo e ricordiamo alcuni avvenimenti, quelle date sottolineate di rosso sul nostro calendario personale. Ci chiediamo se il modo in cui abbiamo agito è stato quello giusto, se effettivamente era così che doveva andare. Ma chi lo sa?! Chi può dire con certezza che abbiamo agito senza commettere alcun errore?! Nemmeno il nostro cuore, perchè continua a soffrire al solo ricordo. Ed allora ci aggrappiamo alle uniche cose che ci consolano. Ci convinciamo che era così che doveva andare, che i fatti son quelli che sono.. che il destino non si può comandare. Ma chi decide il nostro destino? Non siamo forse noi stessi con le nostre scelte a scriverne le righe? Il nostro destino è dunque un libro tutto da scrivere. A volte commettiamo degli errori di grammatica, ed a volte riusciamo a correggerli, ma quello che conta è che più lo rileggiamo e più ci appartiene.

02 ottobre 2005

Il Primo Pensiero

Piove. Non c'è cosa più malinconica che svegliarsi la domenica mattina con il rumore della pioggia che batte fitta sulle asticelle delle persiane. Si sente quel picchiettio svelto e ritmato. E tutto ad un tratto mentre apri gli occhi, ti ritorna alla mente il passato appena passato. Si risvegliano i pensieri che ti hanno addormentato con un velo di tristezza, che ti hanno negato un sorriso e quella sincera voglia di essere per una sera un altro, meno te stesso. Ed allora fissi il soffitto e continui ad ascoltare quel rumore. Senti che bel rumore.