Le Monde Fabuleux de Danix

Colori, odori e suoni di un sognatore in 3G...

19 maggio 2006

Istantanee del tempo.

Non si può non esser affascinati da quella fusione di colori. Quelle strisce di verde, di giallo, di rosso. Quelle ocre che sfumano nell'azzurro, quelle piccole grandi macchie che si allungano, per poi sparire veloci dietro il vetro. Non si può non esser innamorati di quel suono ripetitivo, metallico, duro. Quel rumore che ritmicamente cade e sobbalza. Non si può non esser incuriositi da quei volti che si cambiano di posizione, che si avvicendano davanti a noi. Quelle diverse etnie, quelle diverse professioni, quelle comuni appartenenze. Tutte le volte che prendo un treno lo faccio sempre con grande gioia. La distanza e il tempo non mi spaventano. E' un mezzo al quale sono affezionato. Mi ricorda l'infanzia, quando per passare il Natale ci spostavamo a Milano dai parenti. La mattina il freddo pungeva. Mia madre mi bardava con sciarpa, cappello di lana e guanti. Salivamo su quell'Intercity alla stazione di Orbetello. Il sole che sorgeva colorava di rosa la Laguna. Era bellissimo, perchè nel silenzio della città che dorme si riusciva ad apprezzare la natura che ancora per qualche ora regnava su tutto. I vetri erano appannati e dentro la cabina faceva caldo. Subito mia madre mi toglieva tutti quei fastidiosi ingombri. Sento ancora la strana sensazione della pelle fredda in un ambiente caldo. Adesso la ricordo quasi con piacere, ma forse non lo era affatto. Mi ricordo babbo che mi scaldava i piedi. Li strofinava con le mani e poi li avvolgeva. Il treno partiva e per me iniziava l'avverntura lontano da casa. Per me la vacanza era anche solo il viaggio in treno. L'aspettavo ogni anno con la stessa emozione. Passavo tutto il viaggio al lato finestrino. Non dormivo mai. Aprivo il tavolino e ci posavo tutti quegli indispensabili oggetti da viaggio che un bambino di sei, sette anni poteva portare con se. Il Topolino da sfogliare, qualche gioco e alcune penne colorate. Ma niente distraeva la mia attenzione dal mondo che fuori dal finestrino mi scorreva veloce. Scivolava senza sosta, forse anche troppo veloce per la mia percezione. Mi ingozzavo di immagini, luci, suoni e colori. Diapositive di un mondo così bello, curioso, interessante. Ricordo che mi portavo il rumore del correre del treno per giorni. Chiudevo gli occhi e lo sentivo risuonare in me. Chissà come mai si è così affascinati da questo mezzo di trasporto così comune. Ancora oggi, nonostante il Topolino sia stato sostituito dal mio Ipod, quando salgo su un treno non c'è distrazione che vinca. Ho lo sguardo di un bambino. Del bambino che osserva tutto come fosse la prima volta.

4 Comments:

  • At 10:26, Anonymous Anonimo said…

    vorrei pacificarmi con i ricordi della mia infanzia...chissà magari un giorno...

     
  • At 12:08, Anonymous Anonimo said…

    altro che commessa alla 3, te tu dovevi fare l'annunciatrice a canale 50!

     
  • At 19:47, Anonymous Anonimo said…

    hai sempre parole bellissime...

     
  • At 03:37, Blogger Teo said…

    Ricordo una canzone che suonavo sempre da bambino. Parlava di un treno che dai monti scendeva in città. Il tuo posto mi ha reimmerso per un momento in sensazioni sopite...Grazie Dany!

     

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